Are you gonna be the one who saves me?
18 novembre, 2005
SOTSOG
...ovvero standing on the shoulders of giants.
Un brit-blog non può mancare un titolo di questo tipo, e poi è la colonna sonora di questo ennesimo delirio notturno.
Da oggi il mio blog cambia faccia, e si veste di un template by Pannasmontata, che se da un lato non ricalca il mio aspetto fisico (facendo sport ho un po' di pettorali, ma non così tanti!), dall'altro ha un "argenteo fascino" che ha catturato la mia attenzione.
Attenzione catalizzata, questa settimana, da tante altre piccole-grandi vicende. In verità Domenica scorsa mi ero imposto di frequentare tutte le lezioni di questa settimana (quindi attenzione di tipo "studioso") altrimenti finisco a chi l'ha visto, e poi perché una mia collega venerdì, con fare ammaliante, mi ha chiesto se venivo anche lunedì. La mia enorme abilità di mantenere le promesse con le donne si è rivelata in tutta la sua prorompente verità: questa settimana non ho ancora messo piede all'università... Dubito che lei sia rimasta sull'uscio ad aspettarmi, ma effettivamente questo rivela perché dopotutto sono ancora single. Non è che non mi piace (a me le donne piacciono tutte, ogn'una esprime una sua nota di irresistibile fascino - per la serie "basta che respirano"), ma forse mi riempio la testa di talmente tante cose, che poi quella che dovrebbe "tirare di più" la bistratto. Ma chi mi conosce sa che sono fatto così, e sono quasi convinto che mi dia un tono non del tutto negativo. L'importante è non passare per "moderno", o come dicono gli amanti dell'ortaggio, "finocchio".
Questa settimana ha, come evento saliente, la serata di martedì all'Art Cafè. C'è chi dice che sia il locale "più figo della capitale", chi invece lo trova il peggior guazzabuglio di coatti ripuliti e infighettati per giocare, quelle due volte a settimana, a sentirsi "belli".
Io ero lì per lavoro, il mio prof/tutor (con cui preparerò la tesi) è uno dei proprietari, e mi ha tirato dentro per uno stage. Che si è aperto con una serata all'insegna dell'alcol (come avevo giustamente anticipato mi sono preoccupato di analizzare copiosamente la qualità dei cocktail) e di tante nuove conoscenze. Conoscenze abbastanza fuori dal comune: ricevuto l'ordine di presentarmi lì da solo, mi hanno "gettato" dietro la console (in parte per spiare e riportare, lo ammetto) e sono stato davvero bene. Anche durante le prime fasi da sobrio!
Diciamo che il DJ è molto simpatico e alla mano, un pischellone di 28 anni che, un po' come me, prende più sul serio il suo lavoro che se stesso. Poi c'è il "LJ" (light jokey), uno scenografo - anche lui molto simpatico e alla mano - che non faceva altro che strattonarmi la camicia per indicarmi un bel paio di chiappe (che all'Art Cafè fortunatamente non sono un bene così raro). Ignaro però del fatto che, nonostante la mia miopia, le avevo già tanate da qualche tempo.
Poi c'è "switch", il factotum che potrebbero scambiare per mio sosia. Occhiali, comportamento sfuggente, si arrampica e spulsanteggia ovunque nel locale, una sorta di Mister Wolf tarantiniano che risolve problemi di ogni tipo. Davvero, anche lui è un genio della tecnica, e questo mi tranquillizza ernomemente: se c'è da sistemare qualche cagata con l'impianto audio/elettrico/luci non dovrò essere io a dimenarmi tra le amebe cerebrolese che farfugliano "non funziona"... ma ci penserà lui!
Poi c'è "l'occhio meccanico", il cameraman, che gira riprendendo i momenti dell'Art Cafè. E sarà la mia fonte di girato da montare, quando il mio progetto-tesi prenderà vita. Lui è incredibile: non si leva mai la giacca, è serissimo, non beve neanche una goccia d'alcol e rimane quasi impassibile di fronte all'interessante fauna del locale. Occhio all'ortaggio, ma non mi sembra il tipo.
E poi c'è il VJ, quello a cui dovrei fregare il lavoro un giorno. Eh sì purtroppo è malvisto dai direttori/capi, e lo vogliono mandare via. Peccato anche lui è alla mano, anche lui si astrae in voli pindarici quando ci sfilano davanti le ballerine/ragazze immagine, e anche lui si ubriaca lavorando. Non so se sarò bravo quanto lui con il mixer sottomano, ma per il resto direi che siamo assolutamente alla pari!
Non posso non conlcudere senza citare Emily. La vocalist. Che nonostante la "presenza fisica" mi ha accolto con calore e apparente interesse, dedicandomi qualche frase fatta con il microfono in mano, e ballando con me quando ormai Bacco si era impossessato delle mie capacità motorie.
E forse questo è stato il momento più bizzarro della serata: odio letteralmente mettermi in mostra, odio finire al centro dell'attenzione, e odio procurarmi l'invidia altrui. Anche questo è un aspetto del mio carattere che i miei amici conoscono molto bene, ma quando i "freni inibitori" vanno a farsi un giro, lo ammetto, divento una mina vagante. E per quel poco che mi ricordo, ero completamente circondato dalle "ragazze immagine" di prima, che poi si sono anche preoccupate di prendere il mio numero di cellulare!!!

Mercoledì mattina sono tornato con i piedi per terra. Il primo motivo di una così brusca ricaduta è stato il mal di testa. A me viene raramente il mal di testa, ma all'Art Cafè caricano i cocktail all'inverorimile, e il mio "mecenate" mi ha portato dal barista e gli ha detto "lui è ok". Va bene che ero "ok", ma il giorno dopo non lo ero per niente!!! Poi il cellulare: secondo me il numero se lo sono preso per darlo ad un bravo dottore, visto che ancora nessuna mi ha chiamato (e io coglioncione come al solito non ho detto "ma dai dammi il tuo, ti chiamo ioh!"). E poi c'è il lavoro: adesso devo dedicarmi al libro del marketing della musica, e completare il mio capitolo sull'industria musicale. Speriamo di fare in tempo per il 28 (10 giorni scarsi), e soprattutto speriamo che questo weekend non sarò di nuovo "ok".
Perché omai lì sono di casa, e dovrò tornare lì sia il venerdì che il sabato.
Ce la farò a portarmi via Emily come premio di produzione, un giorno?
Dubito che le dispiacerebbe...
 
posted by Stefano at 02:41 | Permalink |


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