Are you gonna be the one who saves me?
19 febbraio, 2006
The Final Countdown
...domani ricomincio le lezioni. Ultimo semestre, poi avrò frequentato tutto il frequentabile, e dovrò solo dare gli ultimi esami che mi separano dalla laurea.
La tesi sta velocemente prendendo forma, la "case history" sarà anche reale (verrà usata davvero da un'azienda), e conosco già abbastanza bene i prof con cui devo sostenere gli ultimi esami.
Suona male, ma domani -per certi versi- è "l'inizio della fine"... della mia esperienza universitaria.

We're leaving together
But still it's farewell
And maybe we'll come back
To earth, who can tell
 
posted by Stefano at 20:57 | Permalink | 3 comments
15 febbraio, 2006
Falco a metà?
Scampato.
Anche questo San Valentino sembra essere passato senza troppi danni.
L'anno scorso non ero single, ma dopotutto il terribile 14 Febbraio è un momento abbastanza disastroso, sia per chi è "accoppiato" che per chi è da solo.
Da una parte le coppie che "devono" celebrare il loro stare insieme, con cenette e seratine a tinte rosa e cuoricini.
Dall'altra chi passa le notti a rivoltarsi in un letto vuoto, che se squilla il cellulare è il solito amico cazzone o il solito sfruttatore negriero, che ha solo bisogno dell'ennesimo lavoro.
Questo blog dovrebbe essere quindi da una parte l'elogio della solitudine, ma per certi versi meriterebbe anche di essere l'apologia della vita di coppia.
Oggi ho capito che la vita, specialmente quella sentimentale, è quanto di più infinitamente insoddisfacente possa esistere. È paradossale come le "coppie" abbiano spinte evasive, necessità di scappare e cambiare, voglia di stare da soli e farsi i cazzi propri con i rispettivi amci. E forse è ancor più paradossale che questi amici (single) abbiano voglia invece "di fare a cambio", e rinunciare a tutto pur di dividere la propria vita con qualcun'altra/o.
Fatto sta che l'interminabile insoddisfazione ha risvolti epicamente ridicoli: a volte mi chiedo perché non mi sono esposto di più, perché effettivamente non "mi sono dato da fare" e sono ancora solo; altre volte mi chiedo perché mi sono accontentato in quel modo, ho "mortificato" così le mie esigenze estetiche e -dopotutto- umane a favore di quello che gli antropologi chiamano istinto.
È proprio colpa dell'istinto e, secondo me, di una cultura che continua inesorabile la sua azione demolente nei suoi confronti.
Quindi da una parte delle spinte naturali e animali che -saltando gli scabrosi tabù culturali che ci portiamo appresso- ci fanno svegliare la mattina con la reale necessità di dividere il nostro spazio e, se vogliamo, le nostre quotidiane fatiche con un pizzico di "piccante chimicità" che l'essere single non soddisfa.
Dall'altra questa imperante individualità individualista, che con enormi forbici ci ritaglia dal contesto sociale, e ci appiccica in ovali insiemi di nebuloso "divertimento" da fruire soltanto da soli. Gli esempi si sprecano: l'Ipod si sente da soli, in discoteca si urla solo per dire cosa si vuole bere, le moto veloci sono quasi monoposto, le pubblicità disegnano persone sole che godono della propria individualità.
Un mondo di cacasotto praticamente. Di gente che non riesce a fidarsi di nessun'altro all'infuori di sè stessi, che fatica a mettersi in gioco perfino con il proprio io, che si "inganna" e si "nasconde" i problemi e gli intoppi caratteriali. E che non sa ascoltare. Se stesso in primis.
Vorrei tanto capire cosa succede. Vorrei tanto dire "ok, qui è tutta una merda, da dove si esce?"
In realtà è la dura vita di tutti i giorni. Possiamo andare al bagno ed espletare le nostre funzioni fisiologiche leggendo un ticker sulle quotazioni di borsa, possiamo scrivere lettere e recapitarle in pochi istanti con un click. Possiamo perfino inviare fiori virtuali ad una bella neozelandese, con l'unica distanza che separa il puntatore del mouse dal pulsante "invia".
Eppure, anche quando poi andiamo in Nuova Zelanda e imponiamo nuovi standard di prestazione sessuale, ci voltiamo dall'altra parte, la testa che guarda verso il muro appoggiata su un cuscino sconosciuto, e siamo nuovamente da soli.
Soli in un mondo dove perfino la prestazione sessuale è frutto di diagnosi mediche e medicinali se "qualcosa non va". Ma vorrei sapere tanto chi ha deciso cos'è che va e cosa non va. Al di fuori della testa di chi si sente davvero coinvolto, e chi invece lo fa solo perché "lo deve fare".
E perché questa cultura -sempre lei- ci impone il tabù del sesso. Ma se non lo facciamo siamo degli sfigati. E se lo facciamo male abbiamo bisogno del dottore che -per i più sfortunati ma secondo me meno coinvolti- prescrive costosissime pilloline blu, che per quanto mi riguarda potrebbero benissimo essere delle zigulì.
Insomma, in cosa consiste questo San Valentino?
Vedo tre principali scopi, da applicare a seconda del segmento di appartenenzza: il primo, dedicato alle coppie neonate, utile per dimostrare all'altro che "ci siamo", per fare un regalo, per dare maggiore importanza alla coppia. Una sorta di consacrazione.
Il secondo, dedicato alle coppie "di vecchia data", che sfruttano l'occasione per tentare la strada della rinascita, per esorcizzare la stanca che inevitabilmente capita quando due persone (inconsapevolmente ma volutamente) sole si obbligano a stare insieme, e magari per rispolverare un utilizzo non strettamente fisiologico alle loro zone basse.
Il terzo, dedicato ai lupi solitari, per fare il punto della situazione, chiedersi "chi sono dove vanno che fanno", e perché se si guardano intorno c'è il deserto.
In tutti e tre i casi ci troviamo in un'aula del tribunale, alla sbarra, con un insieme giudicante che rappresenta la società. E che ha una gran fretta di giudicarci e condannarci su antiquati e odiosi stereotipi sociali, che come "prova schiacciante" porta il non aver comprato lo Swatch edizione San Valentino, e non aver prenotato una romantica cenetta in qualche ristorantino al centro.

Finiamola qui. Alla fine è vero, sono un falco a metà, che vive privo di catene sentimentali, ma vorrebbe tanto averne di belle grosse.
Di quelle che ti fanno svegliare ogni mattina e ti fanno sentire il bisogno di dire "anche oggi per me sarà come San Valentino".
Anzi meglio, più vero.
 
posted by Stefano at 02:09 | Permalink | 0 comments
11 febbraio, 2006
...Vacanza!!
Finally, la sessione d'esami si è conclusa!
Ieri ho dato il terzo esame di questo semestre, e le lezioni dovrebbero iniziare dopo il 20.
Fortuna vuole che anche i progetti lavorativi siano momentaneamente in stand-by, quindi ho finalmente il tempo di girarmi i pollici e dedicarmi un po' alle mie passioni.
La prima, le moto, si tradurrà nell'acquisto di una bella tuta di pelle nuova, non vedo l'ora di consumare le saponette in pista, visto che quest'inverno ho fatto davvero pochissimi chilometri.
La seconda, le donne, dovrà giocoforza servirsi di un po' di shopping , mentre mi sono ripromesso di spolverare la rubrica del cellulare e cominciare a chiamare tutte. Qualcuna che ci casca la trovo, e poi questi sabati cosi' soleggiati e caldi ti fanno sentire un po' Cervo di Montagna, un po' Maialo Migratore.
La terza, i viaggi che non faccio mai ma sogno sempre, vorrei si traducesse in un bel monovolume diesel in affitto, due colleghi debosciati al seguito, e partire alla volta di Madrid. Lì ci aspettano un po' di colleghe che sono partite Erasmus, e mi piacerebbe davvero tanto fare questa zingarata tanto per ricordarmi qualcosa del periodo universitario (che sta letteralmente volando).
La quarta, il surf e il windsurf, è ancora in fase sospensiva, fa troppo freddo e nonostante la muta da 4 mi stia chiamando preferisco rimettere i piedi in acqua tra un mesetto.
Manca qualcosa?
Certo: ieri mi sono visto di nuovo Gegè con i Groovinators, alla Palma Club. Il locale è veramente sperduto in culo ai lupi (per trovarlo tocca chiamare le guide indiane), ma la serata è stata divertente ed è volata.
E ci sono novità in questo senso: sembra che dovrò fare un altro paio di videoclip per loro, visto che la proiezione ha avuto un successone. Con il problema che non c'ero quando è stata fatta perché mi sono perso nei meandri di quella zona, sono stato un'ora e mezzo nel traffico e, preso da attacco di rosicamento, ho girato la macchina e me ne sono tornato a casa.
Poi, dopo una sana cena a base di Mac e aver messo il navigatore in macchina, mi sono rimesso in marcia (con il buon Duo al seguito) e tutto è andato molto meglio.
Da questo ho imparato che stare più di un'ora nel traffico del venerdì sera è un buon modo di attivare il serial killer che c'è in noi.
Quindi da oggi le alternative per muovermi saranno motorino, autobus, The Saw.
 
posted by Stefano at 15:38 | Permalink | 0 comments
06 febbraio, 2006
Listen to the music!
Finalmente!
Dopo qualche settimana passata a rimuginare sulla cosa, e grazie all'aiuto dell'insostituibile Panna, ho messo online la mia radioblog!

Di che si tratta?
Mentre scrivo sul mio blog, molto spesso (anzi sempre) c'è un accompagnamento musicale nella mia testa - o nelle mie cuffie. Ogni volta che devo scrivere qualcosa, devono esserci note musicali.
Perché quindi non trasmettere (oltre alle parole) anche i suoni del mio stato d'animo?

Radioblog è molto semplice da usare, basta solo conoscere alcuni accorgimenti per "usarlo al meglio".
Radioblog ha tre "blocchi principali":
- Quello in alto, con il titolo della traccia (o comunque lo status, come se fosse l'RDS della radio) e, subito sotto, una barra bianca che si muove mentre ascoltiamo il brano.
- Il blocco centrale con i titoli (playlist)
- Quello in basso, con i "pulsanti" di controllo

La prima cosa da sapere è che la musica parte quando il nostro pc ne ha scaricato almeno un pezzo. Per evitare di sommergere i computer di "dati inutili", la musica parte solo quando viene cliccato il brano nella playlist. Quindi click e... listen to the music!
Appena cliccato dovrebbe riempirsi la barra di avanzamento (quella del primo blocco) con due colori: il grigio è fino a che punto il computer ha scaricato, il bianco fino a dove lo stiamo ascoltando. Se la barra è solo bianca significa che da un momento all'altro radioblog passerà al brano successivo, senza farci ascoltare completamente il brano che abbiamo scelto.
Come risolvere?
Premere "pause" dal pannello in basso e aspettare che la parte grigia arrivi alla fine, si preme di nuovo, e via!
Facile no?

Conclusa questa premessa funzionale, partiamo con un paio di news in arrivo.
La prima è che mi sono definitivamente deciso a comprare un Apple da mettere a casa (sto solo cercando quello giusto). E da bravo studente di marketing devo ammettere che l'abbinamento "Apple+Intel" ha sortito un effetto di "sblocco" in tante persone che conosco, cancellando lo scetticismo iniziale.
A tal punto che anche io ho deciso di rompere gli indugi e prepararmi a dare un calcio a questo cesso di Windows -che caro ho pagato- per entrare nella filosofia della "mela mozzicata".
La seconda riguarda il mio IVD. O meglio mio e di The Cube. Venerdì prossimo ci sarà un concerto di Gegè Telesforo a "La Palma Club", e siamo stati chiamati per organizzare una proiezione prima dell'inizio.
Sono molto soddisfatto (anche se fin'ora il ritorno monetario è stato nullo), spero solo per i miei sfruttatori che non credano di far bastare pacche e strette di mano anche quando ho concluso gli studi.
Eh sì, venerdì mi aspetta il quint'ultimo esame prima di arrivare alla laurea e, come ho già anticipato, bolle in pentola una tesi sperimentale che i committenti stanno aspettando con impazienza. E sarà possibile vederne i primi frutti molto presto...
Nel frattempo c'è da gustarsi la playlist che - più o meno - raccoglie tutti i brani musicali di questo blog, fin dal primo giorno. Alcuni (pochissimi in verità) non hanno un pezzo dedicato, mentre quello strettamente natalizio può contare su "with a little help" e "good morning".
Da oggi in poi, quindi, buona lettura... e buon ascolto! :)
 
posted by Stefano at 18:36 | Permalink | 1 comments
01 febbraio, 2006
Cinque Strane Abitudini
Allora.
Pinklady mi ha tirato dentro a questo gioco... come potrei non farlo?
Ammetto che le abitudini, quelle "vere", sono difficili da separare dalla vita quotidiana. Cmq cercherò di elencare le più psicotiche (ovviamente).
  • ogni mattina, quando mi alzo, ho una canzone in testa, e la devo canticchiare sotto la doccia. Il problema è che oltre ai soliti pezzi "famosi" ognitanto mi escono Prophilax, Pollon, Fantozzi e Gemboy. Non voglio inorridire il pubblico femminile elencando gli strumenti musicali usati.
  • ogni volta che mi metto una maglietta scruto il colletto per qualche secondo, alla ricerca dell'etichetta, o di sottili lembi qualora l'avessi tagliata. Odio quando mi devo mettere qualcosa, e sgualcirmi due volte in piu' per indossarla bene.
  • ogni notte, prima di andare a dormire, mi devo "sfondare" di roba da mangiare. Ultimamente sono a livelli di panini e biscotti, ma se avessi la voglia di cucinare sarei perfettamente in grado di andare a dormire con un'amatriciana sullo stomaco.
  • quando guido in città attivo l'allarme antilumaca. Praticamente se becco un focomelico al volante (in senso ampio del termine, cioè chi non sa guidare) aspetto il momento più maiale per sorpassarlo e screziarlo, nella speranza che ci resti secco per lo spavento. Mi giustifico eticamente dicendo che magari smetterà per sempre di guidare, e vivremo tutti in una città con meno focomelici al volante.
  • quando sono all'università e giro per l'aula in attesa della lezione, scruto i quaderni posati sui banchi. Mi è successo più di una volta, mentre parlavo, di aver "raddrizzato" il quaderno di un collega mentre parlavamo, o di averlo sistemato tipo "natura morta" con penne e libri ordinatamente allineati o impilati. Questa è da psicanalista... ma anche da colf!
Che dire? Che per ora basta, nel frattempo (visto che anche io non leggo molti blog) inoltrerò il gioco a Pannasmontata... chissà cosa ci inventa!
http://www.pannacafe.net/
 
posted by Stefano at 18:25 | Permalink | 0 comments