Frase spettacolare di uno dei brani indimenticabili dei Beatles.
Fa parte del Seargent Pepper's, e comincia dopo il frizzante inizio, con la "banda" che suona e presenta Billy Shears (Paul).
Sto parlando naturalmente di "With A Little Help from My Friends", un pezzo davvero bello. Come tutto il disco d'altronde, uno dei veri capolavori del nostro tempo.
La ricerca del Natale, come le premesse hanno ampiamente dimostrato, è proseguita anche questi ultimi due giorni, sia il 24 notte, sia tutto il 25. E devo ammettere che ho vissuto esperienze abbastanza singolari, che però erano frutto di un'attenzione cognitiva "da laboratorio". In poche parole stavo con le antenne orientate e "captavo" tutto il possibile.
Passo uno: sono tornato in chiesa, ho assistito alla Messa di mezzanotte in parrocchia.
Non ho più messo piede in quella chiesa (e neanche in altre a dire il vero, a parte fuggevoli visite per vedere qualche opera d'arte) da quando c'è stato il funerale di mio nonno, un paio d'anni fa circa. Neanche mi ricordo quand'era.
La situazione è stata molto singolare, sono stato l'unico di casa ad andarci, e mi sono aggregato ai miei zii e mio cugino, che si trova in quell'età in cui i genitori sperano ancora che tu sia un ligio Cristiano, come voleva la nonna, e forse anche la bisnonna.
Forse mi scomunicheranno, ma mi sono chiesto come ha fatto la gente lì dentro a non crollare definitivamente dal sonno! Certo non mi aspettavo una rappresentazione pirandelliana, ma speravo che con occhi più adulti avrei apprezzato lo svolgimento della Messa, e avrei trovato un barlume di quello che mi hanno fatto studiare all'università.
Parentesi autobiografica: studio vicino San Pietro, università cattolica e privata, e nel piano di studi ho due esami di teologia, uno sui dogmi e uno sulle Sacre Scritture. Speravo di trovare quello che ho studiato, di vedere come il Parroco, celebrando, avrebbe dato naturale "forma" alla vita di Cristo, avrebbe trasmesso qualcosa che da piccolo non ho minimamente sentito.
Anche perché da piccolo andavo in chiesa per imposizione familiare, e -almeno personalmente- ci andavo per fare casino, menarmi e giocare a pallone con i miei coetanei, prendere per il culo i catechisti (in genere poco più che maggiorenni) e farmi trattare male dal Parroco che mi vedeva come un'indemoniata piccola peste. Credo che di nascosto abbia contattato un esorcista, e mi abbia fatto osservare.
Insomma il mio rapporto con la chiesa è sempre stato molto simile a quello con l'alimentari o il lattaio: ci andavo perché mi ci mandava mamma.
Tornando al nostro Natale 2005, mi sono trascinato agonizzante fuori dal portone della chiesa, e ho rivisto facce e volti che invece, quando ero piccolo, in chiesa c'andavano perché si sentivano davvero attratti da quel luogo. Sono rimasti uguali, ho visto anche una mia "ex" (o quasi) che mi ha subito riconosciuto e, con una voce bellissima e matura, mi ha salutato e baciato sulla guancia... dopo avermi squadrato come ha sempre fatto, e avermi appiccicato una L di LOSER sulla fronte. Dopo che ci siamo persi di vista mel'ero staccata, mi pesava un po' quel suo modo di vedermi...
Sono tornato a casa, mi sono infilato nel letto e non ho neanche pregato. Insomma avevo già dato quel giorno.
Non cambierò mai.
Passo due: the Christmas.
Il 25 è cominciato in modo abbastanza agitato: ho dormito troppo, non ho messo la sveglia, e sono sobbalzato nel letto, svegliato dal baccano dei primi parenti che si sono presentati a casa. Era tardissimo (quasi ora di pranzo, sentivo l'odore dell'arrosto per casa), ma fa parte del gioco: da piccoli non si vede l'ora di buttarsi a pelle d'orso sotto l'albero per scartare i regali... da grandi si cerca la forza di dover rivedere in faccia i "parenti serpenti" e ripassarsi a mente la pappardella "casa bene, amici bene, donne bene, università bene..." e palle piene.
Insomma sono uscito dalla doccia ancora mezzo zombie (classica situazione in cui si dorme troppo e scatta il rincoglionimento da ricovero), c'era già la fila per pisciare e mi sono pure beccato un "ma quanto ci metti a farti la doccia?!".
Quando non sanno che in questi casi sono sonnambulo, e sotto la doccia si conclude a malapena la fase REM. Ammetto che i buoni propositi del giorno prima, in quel momento, sono stati sostituiti da un tuonante "vaffa", che fortunatamente ho gridato solo tra me e me.
Insomma mi trascino malvestito, con i capelli mezzi umidi e spettinatissimo, a tavola. Occhi a fessura, sveglio il mio stomaco con un bel prosecco gelato. Un montante allo stomaco dello zio Mike avrebbe sortito lo stesso effetto.
In compenso sono una mezza bestia, e in pochi attimi si è svegliata in me la Vera Fame Tossica. Ho cominciato a trangugiare un po' di tutto, ignorando completamente i discorsi che facevano a tavola, non passando un cazzo (neanche l'acqua a mia sorella)... e rispondendo con grugniti/cenni del capo/bisillabi di vario genere.
Poi ho passato in rassegna la lista dei parenti. E come "Good Morning Good Morning" dello stesso disco di cui sopra ho cominciato a sentire il gallo, il cucù, gli animali, la caccia alla volpe. Poi mio zio (forse memore del trauma malcelato della sera prima) m'ha fatto il pieno di Montepulciano, inaugurando la mia Fase Distruttiva Natalizia.
Ho cominciato a sparare cazzate su tutto, sul lavoro, sulle abitudini (e i punti deboli..) dei miei parenti, sul cibo (che era buonissimo, ma era veramente tanto), sulla TV (vabè come sparare sulla croce rossa)... e ci siamo fatti due risate. Giusto due, perché anche in questi casi la sincerità riguarda solo una quota, il resto è "preconfezionato", e si recita la solita parte. Un po' come Pirandello, uno nessuno e centomila, ogni parente ha le stesse parole/atteggiamenti con ciascuno della famiglia. Sottomissione con uno, fiancheggiamento con l'altro, conflitto con quell'altro ancora. E a parte qualche risatina isterica ti senti vecchi rancori strisicare sui piedi, piedi che tirerebbero volentieri un calcio a chi sta di fronte.
Ma vabbè, a casa mia è molto meno sentita questa cosa, siamo tutti molto pacifici. Anche se sotto il tavolo qualcosa striscia sempre...
Passo tre: arrivano I Regali.
Per gli amanti dei manga, titoloni in Kanji che schiacciano tutto il parentame raccolto intorno all'albero, con ginocchia di nonnette che scrocchiano semifratturate, e rigurgiti dei vari apparati gastrici compressi dall'innaturale postura (ok quest'ultima era trucida).
Terrificante.
Da un lato i soldi. Non conosco nessuno che a Natale non ha mai beccato una bustina dal parente che non sa un cazzo di noi e, al posto di un pacchettino, ci abbia appioppato qualche soldo da spendere come vogliamo. "Tanto te li spendi per quello che vuoi, è meglio no?". Pensa se gli rispondessi "grazie, stasera c'è proprio quella bionda a Via Salaria che mi aspetterà felicissima"...
Per gli altri, entriamo nella fase cruciale: i regali "giusti" e quelli "sbagliati". Una sorta di Giudizio Universale si scatena nel momento in cui si tira la cordicella del primo pacchetto: avrò fatto il regalo giusto? Gli piacerà? Penserà che non ho capito un cazzo di lui? Penserà "guarda sto pulciaro poteva spende qualche soldo in più"?
Occhi spauriti mi hanno fatto la radiografia, cercando di cogliere un successo o un insuccesso.
Potrei dire che in parte ci sta, con i tempi che corrono spendere soldi per un regalo e soprattutto andarlo a comprare (con il casino che c'è) non è affare da poco... ma come cantavano gli Eagles "Take it Easy", tanto non è che se mi becco un regalo del cazzo non ti voglio più come parente...
Insomma il pomeriggio giunge faticosamente alla fine, il sole tramonta, e sembra che il giro di boa sia fatto.
Anche questo Natale è entrato nella storia, ma il caso mi ha voluto donare un epilogo.
Passo quattro: ma come je sto?
Diciamo che era passata da poco la mezzanotte, stavo entrando nel pieno del mio Onomastico, e su Sky hanno trasmesso The Passion of The Christ. Film in aramaico, di Mel, fatto benissimo e mostruosamente drammatico.
Sono entrato in fase autodistruttiva, cavalcando l'onda del nonsense: il giorno in cui si festegga la nascita di Cristo, io mi sono visto come è morto. Trentatrè anni di pofessione profetica "bruciati" in poco più di ventiquattr'ore.
Beh la mia mente è immediatamente tornata al giorno prima, quello della Messa Soporifera, e mi sono chiesto se sia davvero giusto che un uomo morto così, meriti di essere ricordato con un'agonizzante celebrazione che farebbe dormire anche un cocainomane cocainato.
Lo so mi scomunicheranno, ma ho capito perché la gente quando fiuta qualcosa che ha a che fare con la Chiesa ci appiccica la targhetta "vecchio/stantio/obsoleto" e passa oltre.
Quando sono il primo a pensare che non è così, che ho studiato con profonda passione le Sacre Scritture, e che ho combattuto un anno e mezzo con la mia donna Islamica difendendo la mia cultura, e la cultura della pace e dell'amore (che non sembra così chiara alle altre due religioni monoteiste del nostro tempo).
Ad essere vecchia è la Chiesa, non il Nuovo Testamento, quello è un libro che ha ancora tanto da dire, il problema è chi lo dice.
Ascolteremmo i Beatles se ce li dessero solo su LP, e a casa avessimo solo lettori MP3?
Insomma, mi sono voltato indietro, ed ho scoperto che la preghiera islamica per certi versi è molto più "essenziale"... e forse più adeguata. Tutto il modo di pregare islamico è più efficace, e i movimenti (che ho visto da vicino) riescono a dire molto di più di quello che ci propinano con una Santa Messa.
Ok, forse sto esagerando, e per fortuna questo blog non avrà una fase cinque (l'ultimo che c'ha provato è morto sulla croce), ma posso dire che questa ricerca del Natale perduto da un lato è stata infruttuosa, dall'altro mi ha insegnato molto.
Ho imparato che i parenti non cambiano mai, che le ex non cambiano mai, che le Messe non cambiano mai, che da bambini se ci facciamo un'idea difficilmente ci sbagliamo (e se cambiamo idea è frutto di razionalità e non di cuore), e che ho cercato il Natale sbagliato. Speravo di trovare una versione adulta di Babbo Natale, che ha rottamato le renne, che se ne va in giro con il portatile, e spedisce i regali tramite corriere e portale e-commerce.
Ma soprattutto ho imparato che se il Natale oggi ha perso la sua dimensione "divina" e "religiosa" non è del tutto da affibbiare alla disintegrità morale della nostra società. Perché quella cambia, corre dietro al progresso buono o cattivo che sia, e se davvero ci vogliono a mani giunte e inginocchiati a "rendere grazie", dovrebbero entrare nel cuore della gente con un po' di "bello". Un po' più di arte.
Che so, un po' di Gospel.