Bellissimo "Pezzo Frank Sinatra" che, quest'anno, ha ricevuto più attenzioni del solto da stampa e critici di musica.
Mi ero promesso di farmi vivo dopo il cenone della vigilia.. beh eccomi qui.
Il Natale a casa mia non si vive ai livelli tradizionali dell'agnello scannato (e poi la vigilia si mangia solo pesce), ma comunque il ritrovo delle orde scalpitanti di parenti è sempre qui, anche perché ho l'immane fortuna di una madre (e uno zio) che dietro ai fornelli sono diabolicamente bravi. Quando aprirò un ristorante tutto mio (risate del pubblico) saranno i miei chef!
I giorni che invece hanno diviso la mia rapsodia in rosso (dedicata al Natale) e la neve di questo blog sono stati spesi come avrei voluto: cercare di ripescare nella quotidianità la straordinarietà del periodo natalizio che, crescendo, si fa sempre più assente.
Grazie al mio malpagato lavoro di web-designer mi sono assicurato i biglietti per due serate all'Auditorium, validi per vedere due concerti del Roma Gospel Festival. La compagnia, davvero divertente, di Leila (sempre lei) e l'amica Alessia, una versione più "disingannata" di She's Electric, ma sempre molto gratificante dal punto di vista estetico. Sono quelle persone che amano la musica, qualunque essa sia: ballano Bob Sinclair fino alle 5 del mattino (fischiettando), e riescono a farsi coinvolgere da un concerto di musica classica. Beate loro.
Il primo concerto, martedì 20, è stato dei Take Six: un gruppo davvero straordinario, che in passato ha suonato con tantissimi grandi musicisti, tra cui cito solo Quincy Jones, Ella Fizgerald e Stevie Wonder. Il loro stile, chiamato "a cappella" (quello -bestemmiando- dei Neri per Caso per intenderci) è veramente straordinario, riescono a riempire lo spazio con sonorità davvero eccezionali. Sonorità peraltro ampiamente riconosciute, visto che si sono portati a casa anche sei Grammy Awards.
Il secondo concerto, giovedì 22, e' stato di Mavis Staples, figlia di Pop Staples (scomparso qualche anno fa), quello che in America considerano uno dei più grandi cantanti e compositori del Southern Gospel. Devo ammettere che la voce di Mavis era leggermente "stanca", ma i suoi 65 anni passati a ritmo di musica non sono privi di spessore. Su tutto spicca il forte legame artistico con Bob Dylan, e soprattutto la capacità di aver fuso il Gospel (e le sue radici Spiritual) alle sonorità R&B.
Un concerto davvero emozionante, con i Mavis Staples Singers che hanno fatto una parentesi jazz davvero memorabile.
Quello che però ancora una volta non ho sentito, è stato lo spirito del Natale. Ma ho scoperto che il problema è mio, e che potrebbe essere frutto di una distorsione che noi "gente comune" viviamo immersi nella quotidianità pubblicitaria, distorsione che gli artisti riescono a superare, grazie alla loro unica sensibilità. E riescono comunque a trasmetterti qualcosa di "natalizio"... che però non è lo spirito.
Con il senno di poi, il gioco di parole è anche divertente: trovare lo spirito del Natale, e guardarlo con gli occhi "adulti", ascoltando il Gospel che è cresciuto dallo Spiritual.
Insomma un trip (senza acidi) dentro noi stessi, alla ricerca di quella "stella cometa" che non manca in nessun Presepio che si rispetti. Due nuovi occhi che, tornando un po' bambini, siano la chiave di lettura di questo "solito evento insolito": stare con i parenti, mangiare a bestia, scartare i regali, e trovare le parole giuste (magari non banali) per fare gli auguri ad amici vicini e lontani.
Questa cometa l'ho trovata?
Prima devo digerire il pesce di oggi, l'arrosto di domani, e il pranzo (in mio nome) di dopodomani.
Come minimo ne esco allucinato!