Povero blog.
Come al solito quando mi trovo "incasinato" è il primo a rimetterci.
E povera Wonderwall, tutta sola, tutto questo tempo.
La colpa è principalmente dell'università, sono nel pieno della sessione e non è sempre facile trovare il tempo di fare tutto, tra cui quello per vedere amici e passare una serata insieme.
Devo dire che invece il tempo l'ho trovato venerdì scorso, e sono uscito con Pinklady e un'amica, andando in quel covo di esseri soli, l'Art Cafè.
La serata è volata, ed è stata molto divertente, giocata su un insolito gioco delle parti che non mi capitava di fare da molto tempo. Ancora una volta ho scoperto che potevamo andare anche in una bettola, tanto il calore e l'ospitalità del luogo la fa chi divide tempo e spazio con te.
Ma non ho deciso di scrivere un blog per parlare dell'ennesima serata passata a bere e sbirciare delcoltee in giro per il locale (tra cui abbondavano tette rifatte), ma del quadro alla Jason Pollock che mi sto trovando davanti.
Sto parlando del ritratto della mia situazione attuale.
Qualche giorno fa ho sentito la mia ex, ha perso il lavoro, non gli rinnovano il permesso di soggiorno, ha ricevuto lo sfratto e ha un grave problema di salute. Insomma la classica telefonata che ti fa dire "oh menomale, va tutto bene"...
Per un momento mi sono chiesto se stavo rivivendo Final Destination, ma ho riflettuto un po', ho "indagato" quel tanto che basta, e ho raccolto ragionevoli prove che la situazione è tutt'altro che disperata.
Perché allora venire a porsi in questa maniera? Ok, ho la fortuna di prendere "easy" le preoccupazioni della vita (che purtroppo a volte rasenta lo stoicismo), ma questo non mi ha aiutato per niente a cercare una via di "revisionismo", e riconquistare almeno una parte della stima perduta. Peccato.
Poi c'è il discorso lavoro. Dopo un mesetto di pace dei sensi, il calderone ha ripreso a bollire, e ci sono bei progetti dentro che aspettano solo una sana cottura a puntino. Solo che questa volta sarà una sfida molto più interessante del solito: si parte da un foglio bianco, dovrò sguinzagliare tutta la mia creatività e tirare fuori qualcosa di davvero innovativo e inedito. Ne vale della mia tesi, dopotutto!
A proposito di tesi e università, ho giusto una storiella da raccontare sul mio recente esame di sociologia dei consumi (un paio di settimane fa).
L'esame mi ha impegnato lo stretto necessario (l'ho preparato in una decina di giorni), ma dopotutto affrontava tematiche che ho già studiato in passato. Una sorta di ripassone da infiocchettare con gli ideali e i termini usati dalla prof.
Una delle tematiche che abbiamo affrontato è lo status symbol, la piramide sociale, e il "trickle-down effect". All'esame c'era anche un collega di quelli che riconosci da lontano.
Il classico fighetto giacca di raso, jeans strappato ma non troppo, scarpetta leccata e soprattutto cinta con fibbia D&G grossa come il cofano di un SUV.
Ovviamente non manca al ritratto la tipica tintarella delle "Lampados" (isole famose per i loro impianti trifacciali), patacca al polso grande come il portellone del SUV di cui sopra e un'infinità di videofonini dell'ultima generazione, rigorosamente appoggiati ovunque insieme alle chiavi-telecomando+portachiavi da due etti abbondanti.
Direi che basta.
Insomma è un tipico fuoricorso siderale, di quelli che hanno il nome impresso nel cemento dei nuovi lavori dell'università, quelli a cui dedicheranno un'aula e le svariate famiglie che ha sfamato grazie ai suoi interminabili studi.
(ok non è bastato).
Era lì per curiosare, riuscendo pure a pescare non so dove un foglio a due facce con un riassuntaccio scarabocchiato dell'esame. Dopo un po' che girovagava e cercava di ambientarsi, mi si è messo vicino e -dopo interminabili momenti passati a fissarmi tipo il canetto di Frasier- ha incominciato a chiedermi un po' di cose sull'esame.
Ero preparato abbastanza bene, inoltre stavo ripetendo il programma ad una mia collega e non potevo dire di no. Mi sarei smascherato da solo: "ma come ripeti il programma a me che sono la più bella fica del mondo e non a lui che è un cazzone lampadato? Allora sei un porco che mi circuisce con lo studio per portarmi a letto!!"
Come se non sapessi che finito l'esame il primo letto dove si sarebbe tuffata è proprio quello del cazzunciello. Brutta bestia l'invidia?
Tornando a noi, non riusciva ad arrivare agevolmente ad alcuni concetti legati allo status symbol, alché ho tirato ad indovinare: gli ho detto "senti, se ti fanno una domanda strana, butta gli appunti e pensa al Caienne Turbo, all'Ammer, al Panerai e a Milano Marittima!".
La risposta (che temevo) è stata un rimbombante "ma a Milano Marittima conosco tutti, ci ho anche passato il capodanno!!". Che culo!
Era l'ultimo a fare l'esame (io il terz'ultimo) e, complice il trenta che ho portato a casa, mi sono seduto ad aspettare il suo turno. Per sapere come sarebbe andata a finire.
Manco lo sto a dire: promosso con un sano 20, grazie ai suoi ideali un po' bizzarri sul consumismo attuale (povera prof, e bravo lui dopotutto).
Eh sì, a volte si pensa di aver visto proprio tutto (tra cui piazzate di studenti a professori), a questa -per ora- le batte tutte: Frasier che in poco meno di un'ora si impara a memoria una ventina di frasi fatte, si siede all'esame, gli incalla di Milano Marittima e delle sgommate in spiaggia col Caienne Turbo e prende venti!!
...dovrei presentargli la mia ex, chissà questa marcata dicotomia potrebbe rivelarsi una perfetta "sintesi degli opposti".
Nel frattempo mi gusto questa nottata di festeggiamenti (passata con il mio cantante preferito - vedi Duo di Picche) per il trenta portato a casa anche oggi.
Sò proprio un secchione!