Are you gonna be the one who saves me?
05 marzo, 2006
Cigarettes and Alcohol
Un titolo dolceamaro, un singolo di enorme successo degli Oasis dei tempi d'oro.
Una canzone che parla alla working class inglese... ma forse a tutti noi in cerca di Eldorado del divertimento.
Venerdì serata indimenticabile, divertentissima, sregolata ed eterosessualmente trasgressiva (meglio specificare).
Tutto è nato che volevo restarmene a casa, settimana pesantemente noiosa, priva di interessanti "colpi di scena", direi praticamente banale.
Eppure gli spunti non sono mancati: martedì grasso che mi ha chiamato a gran voce (ma non ho risposto), l'inzio di San Remo da demolire, un paio di progetti in attesa di approvazione al lavoro, il tempo che finalmente mi ha fatto riprendere la moto, l'application per uno stage alla Procter&Gamble.
Forse mi sono un po' nascosto, forse non sono andato fino in fondo, ma ho accumulato dentro una forza che non avevo ancora conosciuto fin'ora. Una spinta a voler superare il limite che, questa volta, è riuscita ad avere una forma d'espressione. Un flirt spinto e divertentissimo davanti a tutti, perfino all'indiscreta telecamera del Marchese che ha il compito di riprendere i fatti più trasgressivi e matti dell'Art.
Venerdì i protagonisti eravamo noi.
Voglio cercare di fare un po' di analisi, per capire cos'ha sbloccato questa "forza" un po' seduttiva, un po' trasgressiva, sicuramente insolita del mio io. O forse semplicemente "sepolta", chiusa da qualche parte e che mi ha fatto davvero volare, sentirmi libero.
Da una parte la primavera che, nonostante questa grigissima domenica, ha cominciato a farsi viva. A parte gli uccellini che cantano, quello che mi ha risvegliato è l'arietta frizzante del primo pomeriggio, quella che non ti graffia il viso ma te lo accarezza appena esci di casa o dall'uni, che ti fa venire voglia di chiamare tutti e tutte, di giocare a pallone, fare surf, due pieghe in moto o semplicemente sedersi su una panchina immersa nel verde a programmare le vacanze.
Poi c'è la moto, che mi ha atteso voluttuosa in garage per ben tre mesi, quasi quattro, ed è partita al primo colpo. Anche qui ho riscoperto come un mix di metallo e plastica possa metterti le ali, una ex che non hai mai lasciato che ti aspetta, e sai già quanto sarà bella ogni sua risposta ad un tuo gesto. Con in più il piacere della riscoperta. E delle impennate ;-)
Poi c'è l'università. Sono ricominciate le lezioni, e quindi la necessità di rimettersi in gioco umanamente (e stilisticamente, lì sono tutti targati D&G e CK), riallacciando rapporti, amicizie, chiacchiere... e giochi di sguardi e attrazioni che la sessione invernale aveva chiuso in un cassetto.
Poi c'è il senso dell'ultimo tango, l'ultimo giro di calendario, l'ultimo anno passato a dover leggere un libro e ripeterlo, perché poi arriva la tesi, un paio di colloqui e ci si rivede alla pensione.

Fatto sta che io scherzando dico sempre alle mie amiche che cerco di lasciare il testosterone a casa o (in caso di caccia fortunata) in macchina, perché quando comanda lui sono guai.
In realtà non sono guai, sono io che forse divento più "io" e un po' meno "me", cioè la versione che gli altri si aspettano di vedere quando mi incontrano.
Ebbene, questo "me" sta cominciando ad avere il ruolo di una suocera bacchettona, che mi vuole benvestito, ben inquadrato, un po' sfigato e defilato, che è amico di tutti, che rinuncia alle proprie gratificazioni per non inimicarsi qualcuno... e poi c'è l'io, quello che purtroppo viene fuori solo se mi applico in solitudine, e a volte mi fa fare cose (ed avere idee) che stupiscono. Senza dover rendere conto a nessun scomodo "me". Figlio oltretutto di qualcosa che mi sono andato cercando quando non avevo bisogno di quello che sento adesso.

La chiamiamo evasione, trasgressione, o semplicemente "ci siamo rotti i coglioni".
In realtà non sono stufo di nessun'altro e di niente all'infuori di me stesso, in particolare con le donne. Mi presento troppo come nonnetto fratellone grande che dispensa consigli e che si fa problemi se un bacio rubato possa ferire la sensibilità altrui.
Dimenticando che poi a ferirla ci pensano gli altri, e si rimane comunque soli.
Cosa ho trovato all'Art venerdì scorso? Era nata come un'altra serata "cigarettes and alcohol", un modo chimico di dimenticare le proprie sventure, ma (parafrasando Aeon Flux da una parte e Serenity dall'altra, due film easy visti recentemente) "la natura ha trovato il suo corso", ha superato i vincoli (e i freni inibitori indeboliti dall'alcol) e dato finalmente fondo all'attrazione che da sempre porto dentro per le donne. Per la serie menomale che eravamo in pubblico...
Tirando le somme da un lato sento che qualcosa dentro si è rotto o, se vogliamo, sbloccato. Una parte di me ha perso un lucchettino, una serratura si è finalmente tolta dalle scatole, e la trovo molto positiva come cosa, con l'unica implicazione che dovrò imparare a metterla in funzione solo quando è il caso...
Nel frattempo spero che questa primavera tutti i "me" (miei e altrui), che impediscono di raggiungere una felicità o un appagamento viscerale spariscano dall'orizzonte, o si facciano da parte quando diplomazia, schemi, aspettative e ruoli sociali diventano superflui.
Essere sè stessi ha un prezzo che ho pagato tutto Sabato (e me lo porto ancora dentro), ma credo che seguire l'istinto è sempre la cosa giusta da fare, anche se gli altri ci giudicano negativamente. Dopotutto ne vale della nostra integrità.

Chiudo con una strofa di Married With a Children, dedicata al mio io:
"There's no need for you to say you're sorry
Goodbye I'm going home
I don't care no more so don't you worry
Goodbye I'm going home"
 
posted by Stefano at 17:58 | Permalink |


3 Comments:


  • At 10:15, Blogger pinklady

    ... quella parola che cerchi è ALCOL - libera la mente, scioglie le inibizioni e trasforma anche i bacchettoni in libertini! :)

     
  • At 18:58, Anonymous Anonimo

    :asd: touchè!

     
  • At 17:36, Anonymous Anonimo

    perchè nessuno mi ha avvertito dell'esistenza di questo blog?