Are you gonna be the one who saves me?
25 aprile, 2006
...SicilyTreffen 2006!
Riporto le parole scritte qualche giorno fa (18 Aprile), rinchiuse in una bozza che mai avrebbe visto la luce, chiamate "Fly Away"...

"Scrivo questo blog a freddo, un po' perché speravo di veder svanire la sensazione che ancora mi porto dentro.
Questo weekend l'ho passato a Bellaria Igea Marina, in quel di Rimini, per il Groove City 2006, una manifestazione organizzata da Gegè e la sua cricca in onore della musica jazz funky, e giù di lì.
Sono stato molto bene, la musica ovviamente di una qualità stratosferica e artisti provenienti da tutto il mondo. Nomi sconosciuti ai più, ma che hanno calcato palchi importanti al seguito di star del pop e non, spesso mortificando la propria arte e abilità per fare accordi di vergognosa semplicità.
Poi c'era la mostra "I-VD", il pargolo che insieme a The Cube abbiamo partorito, nella biblioteca comunale con mega proiettore e sistema audio a tutto volume. Anche qui ci sono grossi propositi per il futuro, ma ho imparato due cose: con le chiacchiere e le pacche sulle spalle non si arriva da nessuna parte, e se non ci si rimbocca le maniche è tutto tempo sprecato.
Tutto ciò è accaduto in luoghi a me cari per svariati motivi: il primo è la mia infanzia, ci sono veramente cresciuto sull'Adriatico, e da piccolo ci ho passato bei momenti. Il secondo è questo legame con la musica: praticamente un anno fa "il mio cantautore preferito" ha partecipato al Festival di San Marino, e per celebrare (con Cristiano e la rispettiva donna, ignari del vero motivo) ci sono tornato, passeggiando per il centro e ricordando come la Sala Polivalente abbia avviato quello che poco alla volta sta trasformando un sogno in realtà. Sogno peraltro non mio, ma a cui mi sento legato.
Insomma sono tornato a casa a malincuore. Questa indigestione di straordinarietà, di persone e artisti stimatissimi che ti guardano come un "loro pari", che ti raccontano estasiati come la tua "opera d'arte" li abbia perfino ispirati, è molto appagante ma, ancora più appagante, è incontrarli per strada: ti salutano, poi ti ci becchi a cena e sai che quando poseranno il tovagliolo sul tavolo non sarà solo per il caffè, ma per prendere lo strumento in mano, sul palco davanti a tutti, e suonarlo come pochi al mondo sanno fare, finalmente come vogliono loro.
Ho conosciuto artisti come Irio De Paula, persona di una squisitezza e una modestia sorprendenti, ho conosciuto Dario e Alfonso Deidda, dei geni dello strumento e spassosissimi giù dal palco, ho fatto amicizia con Marcello Surace, batterista mostruosamente bravo che porta solo le Merrel, e ne ha un armadio pieno (ha i capelli grigi e una moglie). Il bello è che lui è venuto da me (spiando nella mia busta con le Merrel appena prese), mi ha chiesto se poteva vederle e (sorpresa!) sono un modello che lui non ha ancora. Le voleva pure lui poco c'è mancato che me le scippasse!
Insomma gente caciarona, che fa battute di ogni genere, che si prende per il culo a vicenda, ma che sa comunicare con la musica, toccando corde che normalmente restano dimenticate..."

...Volevo completarlo dicendo che queste "corde" una volta tornato a casa mi attaccavano una forte malinconia, e alimentavano un'enorme voglia di scappare di nuovo, di viaggiare ancora.
Beh l'ho fatto.
Tutto è nato Giovedì 20, quando fremevano i preparativi dei miei "vecchi": borse e borsette alla mano, stavano caricando la moto (erano le 3 circa) per andare in Sicilia con il gruppo BMW, al primo "Sicilytreffen".
Io invece stavo uscendo in moto per andare a prendere un adattatore da Play2 a USB: l'idea (basata sul concetto "i topi ballano") era di organizzare after-hour al pc con amici, collegando tutto alla TV e giocando con i pad della playstation.
Alla fine mi sono sbrigato, sono tornato a casa un'oretta dopo e mi sono visto gli altri compagni di viaggio già pronti a partire che, non l'avessero mai fatto, mi hanno detto "beh che stai a fare qua, vieni no?".
Effettivamente l'unica cosa che mi "bloccava" era un lavoro per l'università da consegnare il 28 che però, giusto quella mattina, era stato promosso a "pieni voti" dalla mia prof/coordinatrice. In altre parole l'unico motivo serio che mi teneva qui a Roma era sparito: il programma prevedeva di incontrarmi domenica o lunedì con alcuni del Project Work e fare gli aggiustamenti suggeriti dalla prof.
Invece sono arrivato a casa, ho preso il mio fido zainetto, l'ho riempito di magliette e mutande, ho salutato alla svelta un po' di gente e mi sono aggregato al gruppo Sicilytreffen 2006.

- Day 0: Roma - Palermo
Imbarco per la Sicilia!Giovedì 20 è stato di trasferimento: anziché farsi tutto il viaggio su ruote, il programma ha previsto l'imbarco a Civitavecchia su una nave Grimaldi che in 12 ore (notturne) porta direttamente a Palermo. Eravamo in sei di cui uno in arrivo da Ancona. Purtroppo l'imprevisto ha preso il sopravvento: causa grandine (!) sull'autostrada il sesto era ancora in viaggio, e ci siamo ritrovati al tramonto con la nave mezza chiusa, il comandante lì vicino in attesa del ritardatario e noi a fare il tifo.
Purtroppo non cel'ha fatta, quindi ci siamo imbarcati e l'abbiamo accodato al "gruppo due" che sarebbe partito la sera successiva con la stessa nave.
Io ci ho guadagnato una singola "esterna" tutta per me, con un mega oblò sul mare. Comodissima, spaziosissima e meglio di molti alberghi dove sono stato.
La vita di bordo deve essere noiosissima, c'era un film insulso nella sala cinema, il bar sul ponte superiore era infestato da camionisti (sono tantissimi quelli che non fanno la Salerno Reggio su gomme) e fuori c'era un freddo niente male.
Alla fine ce ne siamo tornati in cabina verso le 11, e mi sono addormentato dopo la quotidiana dose del Gattopardo. Eh sì, neanche a farlo apposta un paio di settimane fa l'ho ricominciato, giusto per conciliare il sonno. E la nave al risveglio sarebbe stata proprio nella Palermo dei Salina!

- Day 1: Palermo - San Vito Lo Capo
Il primo giorno è stato molto blando come ritmi: il trasferimento da Palermo a San Vito non è lunghissimo (la destinazione è vicino Trapani), quindi anziché fare autostrade varie ci siamo fatti tutta la costa, ammirando panorami davvero unici. mondelloMare azzurrissimo, sole praticamente estivo, la giornata è cominciata alle 8 quando la voce della hostess ha ricordato a tutti (ma proprio a tutti, ci sono gli altoparlanti anche nelle cabine) che la nave stava completando le manovre di attracco e a breve avrebbero aperto il garage.
Lo sbarco è stato immediato, e ci siamo subito messi in marcia per Mondello, la spiaggia che fanno vedere al TG tutte le volte che si parla di sole e di mare "fuori stagione". Lì ci siamo fatti una bella colazione e poi di nuovo on the road, verso San Vito. All'arrivo (più o meno mezzogiorno) uno spettacolo unico: mare azzurrissimo, sabbia bianchissima, e corallo sulla spiaggia! San Vito Lo CapoPraticamente il posto è così incontaminato e poco frequentato in questa stagione, che il corallo portato via dalle onde si depositava sul bagnasciuga, tingendo di rosa mezzo litorale.
Dopo un bel pranzo a base di pesce (cous cous per me!) ci siamo fatti un altro giro in spiaggia e poi in albergo, dove sono svenuto fino alle 7 del pomeriggio.
Al risveglio erano praticamente tutti pronti per la cena, mentre finalmente il "ritardatario" di Ancona era riuscito ad imbarcarsi e non vedeva l'ora di raggiungerci il giorno seguente. La cena ce la siamo fatta nello stesso posto del pranzo, ristorante "Il Delfino": non troppo costoso, pesce freschissimo, piatti consigliati tonno alla griglia e couscous di pesce! Nel diario della giornata c'è anche la breve sosta a Castellammare del Golfo, o meglio sulla strada panoramica poco sopra: le foto parlano da sole...
Castellammare del Golfo Castellammare, strada panoramica Castellammare del Golfo, sempre lui

- Day 2: San Vito Lo Capo - Cefalù
La giornata comincia con molta calma: l'appuntamento con il resto dei "mucchisti" (buona parte sbarcati a Palermo come noi) è a Trapani per l'ora di pranzo.Trapani, centro turistico Erice Quindi verso le 10 ci siamo messi in marcia, dopo l'arrivo dell'Anconetano, e siamo arrivati in orario al centro turistico, dove un mega pranzo tipo buffet ci aspettava. Ammetto che abituato agli standard del giorno prima sono rimasto un po' deluso, ma parliamo di numeri: ben 40 moto si sono ritrovate lì, pronte a raggiungere Erice.
Il viaggio (brevissimo) sarebbe stato ameno e divertente, la strada è tutte curve, se Ericenon fosse che l'asfalto era pessimo e mi sono ritrovato più di una volta la moto di traverso sotto al culo.Erice, qualifiche del Sabato Per la gioia e il tripudio degli altri "mucchisti" che mi salutavano come un fenomeno da baraccone (ci provassero loro a salire su una strada di quel genere con gomme da pista fredde e su tornantini da prima).
In compenso una volta arrivati in cima lo spettacolo è garantito: tutto curatissimo e tirato a lucido, giusta dose di antichità e il solito sole che incoccia alla grande, manco fosse luglio. Verso le 4 del pomeriggio ci siamo rimessi tutti in marcia verso Cefalù, dove abbiamo ancora percorso curve su curve (e ho compiuto nuovamente numeri da circo), per raggiungere l'albergo (enorme) dove avremmo passato la notte. Eravamo tutti un po' cotti, e soltanto in pochi dopo cena (nulla di esaltante ma comunque buona) hanno ripreso la moto per farsi un giro al centro. CefalùAmmetto che almeno una "capatina" era da fare, ma ero troppo stanco. Inoltre mi sono concesso un lusso per me quasi dimenticato: acqua bollente, vasca, e un bagno di quasi un'ora. Scelta preziosa visto quello che sarebbe accaduto il giorno seguente...

- Day 3: Cefalù - Nicolosi/Catania
Lento e indolenzito risveglio, quello di Cefalù: a parte che la sera prima avevo quasi completato il Gattopardo (mi manca da leggere l'epilogo, l'ultima parte), la giornata precedente "on the road" l'ho sentita tutta sulle gambe e sulle chiappe (sempre più squadrate).
Nonostante tutto sono riuscito a riemergere in tempo per una sana colazione e, zainetto in spalla, ci siamo avviati per fare un bel giro sulle Madonie.
Il sentimento è stato a fasi alterne: da un lato volevo proseguire sul mare per godermi l'arietta salubre e l'acqua blu... dall'altro percorrere una strada seria dove mettere un po' alla frusta la moto, visto che le strade (a parte brevi tratti) o erano lunghe e dritte, o strette tortuose e scivolose.
La strada delle Madonie è in certi tratti buona, in altri un po' "provata" (ho fatto brevi tratti sterrati!!), ma il divertimento è assicurato.
Sperlinga - castelloSpettacolare la sosta caffè a Sperlinga dove, alla modica cifra di tre euro, è possibile arrampicarsi sul castello e ammirare da un lato il piccolo borgo, dall'altro L'Etna in tutta la sua nevosa presenza. E imponenza, davvero uno spettacolo unico.Etna - Laggiùù
Finalmente il pranzo (a Troina), in un istituto sempre molto grosso e mezzo disabitato, questa volta in un salone che (sempre più vicino) aveva la vista su questo enorme vulcano che, causa recente maltempo, ha ricevuto anche una bella inbiancata.
Dopo pranzo ci siamo riavviati verso la costa, e passando per un breve tratto di autostrada (210 di picco) siamo arrivati a Nicolosi.
Purtroppo per noi romani il viaggio si era concluso: in primis il giorno succesivo sarebbe stato il mio compleanno, inoltre alcuni della compagnia preferivano farsi un giorno in più di relax, che salire sull'Etna e partire 24 ore dopo.
La truppaQuindi, una volta salutata la truppa, siamo partiti alla volta di Catania, per imbarcarci sul primo traghetto "per il continente". L'idea è stata principalmente di risparmiarci tutto il tragitto su ruote (come all'andata fondamentalmente), sfruttando la notte per dormire e fare trasferimento.

- Day 4: l'epilogo
AlbahHo voluto fare un epilogo perché c'è stato il giusto compimento all'improvvisa zingarata: saltati sul primo traghetto per Napoli, non c'era ovviamente posto nelle cabine. Inoltre anche le poltrone erano discretamente occupate.
Alla fine il viaggio di ritorno si è consumato sulle poltrone di questa vibrante e rumorosissima carretta, dove l'unico modo di dormire è stato quello di accasciarsi dopo una giornata di chilometri macinati tra una curva e l'altra.
Ho comunque dormito come un sasso (sono una bestia, ma già si sapeva) e la mattina dopo c'è stata una piccola ricompensa: ho visto l'alba nel canale tra Ischia e Capri, quello che potrei chiamare una bella sorpresa di compleanno...

Finisce qui il mio diario di viaggio, e questa volta si torna davvero alla normalità. Ancora una volta c'è malinconia, ma l'ho metabolizzata bene festeggiando il mio compleanno tra amici.
E torno quindi a combattere la mia quotidianità, in scontri sempre più aspri dovuti alle influenze ormonali che ogni primavera riserva per tutti...
 
posted by Stefano at 15:03 | Permalink | 3 comments
13 aprile, 2006
...volevo...
Volevo scrivere almeno due blog.
Il primo riguardava Sabato scorso, passato in pista all'Isam, dove ho sfogato tutti i cavalli che la manetta della mia CBR riesce a contenere. Mi sono divertito moltissimo, non vedo l'ora di ripetere l'esperienza, magari su altri tracciati.
Il secondo riguardava le elezioni politiche, per me un'inesauribile fonte di perplessità. Dovremmo parlare di pareggio, ma in tanti (tra tv radio e giornali) sembrano avere fretta di "cancellare" il capitolo Berlusconi, dimenticando che un Italiano su due non vuole Prodi e la sua cricca al potere.
E dimenticando che a parti invertite (come nel 2001 con le "liste civetta") la situazione è stata più o meno la stessa. Molto probabilmente nessuno dei dure schieramenti merita veramente di rappresentarci. E altrettanto probabilmente non sono molti i giornalisti che meritano di raccontarci qualcosa.

Purtroppo questo blog lo dedico ad una persona che non c'è più. Un mio coetaneo (24 anni) ha perso la vita in circostanze assurde, un incidente stradale mentre andava a lavorare. E neanche guidava lui.
Carlo "Bacco" Bacchin ha lasciato un segno in tutti noi per la sua sagacia, il suo modo di divertire e di "bucare" il monitor. Un carisma scanzonato, un modo di porsi mai fuori posto. Un modo di raccontarsi mai banale. Ho avuto modo di lavorare con lui nelle svariate edizioni di Ngilan, e anche se non posso considerarmi un suo amico, sono uno dei tanti che ne condivide la stima.
Nel web si diffonde costante il triste tam tam, blog su blog parlano di Bacco, perfino Punto Informatico gli ha dedicato una news. Ngi non sarà più la stessa cosa, internet parlerà di scimmie in modo diverso.
Addio Bacco, sarai per sempre giovane nei nostri ricordi. E sarai, adesso ancora di più, un simbolo per tutti noi sperduti navigatori nel mare di Internet.
 
posted by Stefano at 18:09 | Permalink | 0 comments
06 aprile, 2006
Riflessioni in sconnessione tra di loro
A Novembre, quando ho aperto questo blog, mi ero imposto di non affrontare tematiche "pesanti", riguardanti l'agonizzante attualità e i costumi della società contemporanea.
Scelta dopotutto voluta perché il mio "imprinting professionale" è del giornalista, informatico sì, ma attento a cercare la bilancia di fronte ad ogni evento che incontro. E sicuramente scriverei il più noioso dei blog della rete, troppo impegnato ad analizzare un fatto o un evento, piuttosto che sparare cazzate ed attirare l'attenzione, come fanno i giornalisti "affermati" di adesso.
Lo strappo alla regola riguarda le elezioni. Tema spinosissimo, nella costituzione viene chiamato "diritto dovere" se non ricordo male, ma molto importante.
Aggiungo inoltre che la genesi di questo post è diversa dal solito: l'ho scritto poco alla volta, cominciando martedì scorso e aggiungendo poco alla volta quello che mi vedevo passare davanti.
In questo modo spero da un lato di anestetizzare momentanee "prese di posizione" (dopotutto se quelli sono lì in tv significa che sono bravi a farci il lavaggio del cervello), dall'altro evitare sensi di rivalsa o scoramento su quello che ho visto in giro.
Ne voglio parlare non per fare un qualsiasi tipo di raccomandazione, o gettare come si fa spesso fango sulla "classe dirigente", ma semplicemente scrollarmi un po' da quest'imbambolamento di programmi e slogan per vedere quanto tutta l'informazione "sta male".
La prima cosa a cui ho pensato è questa mania di legare (CSI docet) cartellini rossi o neri all'alluce di tutte le persone che ci circondano. Giornali, redazioni, giudici, magistrati, logopedisti e giornalai "di sinistra" o "di destra". Su questo sono d'accordo con chi ha detto che l'Italia vive un momento di divisione. Ma non sono d'accordo su chi crede che sia una pratica da riprodurre quotidianamente, tantopiù che questa distizione è morta un bel po' di tempo fa.
La seconda è quanto questo "bombardamento elettorale" costringa le persone a smettere di parlare di cose che conoscono (logopedista di unghie incarnite, giornalaio di riviste e fumetti), per occuparsi di politica. E devo dire che un bel po' di persone si sono improvvisate politologhe (anche io non ho scherzato), cercando di pescare qua e là informazioni utili a quello che vogliono dire.
E si entra nella terza riflessione: quanto sia diventato difficile sapere la verità sulla politica e su quello che succede "ai piani alti". Cercando di fare un rapido riassunto, si legge di tutto, e l'opposto di tutto. La spaccatura di cui sopra divide due fazioni che sfruttano ogni mezzo informativo sia per dire "la vera verità", sia per farci credere che è così. Creando miti (falsi), facendo promesse, sia diffamandosi a vicenda.
Ma mai portando pezzi di carta autorevolmente ineccepibili. Ogni volta (e non so se capita a molti) che leggo numeri, "fatti", inchieste, suona un campanellino d'allarme che non mi fa prendere per oro colato quello che leggo.
Allora abbandono le inchieste e le ricerche ISTAT/Censis/Eurisko (sono riusciti a farmi dubitare di quelle e anche dell'Eurostat) e comincio a sfogliare giornali, cercando "opinioni autorevoli". E anche qui c'è un putiferio. Una delle cose che mi ha fatto veramente cascare le braccia è questa mania -tutta nuova?- di inquisire il giornalista di turno. Sarà comunista, o fascista?
Nel primo caso la storiella ha un andamento, nel secondo l'opposto. E la pecora diventa lupo. E viceversa.
Allora la vera riflessione è: se i numeri sono indecifrabili, se i programmi sono una presa per il culo (lunghe centinaia di pagine), se prima di leggere una notizia devi sapere da che parte sta il giornalista, uno che deve fare per "sapere la verità"? Ricordo un aneddoto riportato a lezione all'università durante la guerra in Iraq: una nota giornalista nei suoi servizi parlava dell'esercito americano come "forze di occupazione" contro "la resistenza irachena", mentre un altro giornalista (altrettanto noto) per le stesse persone parlava di "forze di pace" contro "i terroristi". A parte l'ovvia contrapposizione dello stesso identico concetto, una persona qualunque che già fa fatica a seguire un telegiornale potrà essere facilmente influenzata, tantopiù che ogni singola notizia dello stesso/a giornalista -messa sotto la lente di ingrandimento- presenta lo stesso "andazzo" e rivela una linea politica facilmente individuabile.
La soluzione in questo mare di "forge di coscienza" è per molti "il partito preso" (più delle volte uguale a "quella faccia mi è simpatica"). Simpatia mediatica, ovvero quanto il candidato in questione è telegenico. Per altri invece è aggrapparsi all'ideologia che l'ha cresciuto: pugno chiuso e sessantotto uguale centrosinistra, bastoni e olio di ricino centrodestra. Prendendosi per il culo perché dopotutto sono i primi a sapere che Bertinotti di comunista ha ben poco, e Storace o Rauti di fascista ancora meno.
La soluzione di altri è il "menopeggismo" che, per tantissimi, ha significato mettere una croce sul centro-destra qualche anno fa. Ricordo chiaramente come giornali, ma anche vicini di casa, dissero che le elezioni non l'aveva vinte Berlusconi, ma le aveva perse un'opposizione che aveva presentato poco o nulla di convincente. E le stesse persone hanno passato gli anni successivi a lamentarsi della scelta fatta, seguendo un'opinione pubblica che anziché chiedere una politica più seria e costruttiva, ha alimentato le scaramucce tra gli opposti schieramenti. Alimentando questa divisione di cui sopra, che oggi è arrivata al punto di raccontare due verità contrapposte.
Poi, da ultimi, ci sono gli astensionisti. Quelli che non votano da un bel po', che dicono "è tutta merda, preferisco starmene a casa". Poi però dovrebbero starsene zitti, e non lamentarsi se il paese va a rotoli: quel loro modo di fare premia una politica dell'ignoranza, che si occupa di manipolare i votanti per farsi rivotare, piuttosto che per migliorare il paese. Una politica autoreferenziale, che esiste soltanto per continuare ad assicurarsi la propria esistenza.
Ah un'ultima postilla: il paese che va a rotoli. A sentire alcuni sembra che viviamo nella Germania post-bellica, a sentire altri è imminente un crollo politico-economico in stile Argentina.
E come sempre le greggi italiane, quelle che vivono nella cosiddetta "agenda setting", cominciano a lamentarsi dando tutta la colpa al capro di turno. Che ad ogni legislatura cambia.
Vorrei sapere da queste persone quando effettivamente sono state contente dell'economia italiana, della politica, delle istituzioni e dello stato sociale. Senza venirmi a dire che "si stava meglio quando si stava peggio".
Televotate, televotate, televotate: c'è l'imbarazzo tra Music Farm, Grande Fratello, la Fattoria, l'Isola dei Famosi, la Talpa. Almeno lì non ci sono gli interessi dei "plutocrati dell'informazione" che ci prendono per il culo (a parte qualche spiccio delle pubblicità). Loro una volta scelto lo schieramento entrano nella "clientela politica", e sì... ricevono qualcosa in cambio.
...No, quella cosa non è un'Italia migliore.
 
posted by Stefano at 21:44 | Permalink | 1 comments
04 aprile, 2006
Prêt à porter, ginocchio a terra
Giorni pieni di sole e di impegni quelli che sto vivendo, e quelli che mi aspettano!
Ma anziché partire snocciolando i pienissimi giorni che mi separano dal mio (ventisettesimo!) compleanno, voglio parlare di oggi e fare un breve flashback.
Oggi mi sono fatto inutilmente rodere il culo per colpa dei miei colleghi d'università, per qualcosa che dopotutto ha scarsa importanza nelle loro vite, ma che riguarda mattoncini importanti nel mio futuro di markettaro e pubblicitario.
Salto "il perché" (ne parlo dopo) per parlare della cura. Finita la sessione fotografica sono saltato in sella alla mia cbr e senza passare dal via sono arrivato fino a Narni (Flamina, 90km circa fuori Roma) ho sfilato a passo d'uomo al centro e senza poggiare un piede a terra sono tornato a casa.
Velocità media praticamente insulsa (c'ho messo circa un'ora e mezza), consumi da utilitaria d'altri tempi (la strizza di beccarsi un velox funziona) ma un senso di libertà unico. E la testa libera da casini, incazzature e preoccupazioni. Tutto liscio, come le traiettorie tra una curva e l'altra.. una danza che ogni volta mi appaga in modo insostituibile. Non so spiegare, forse è l'essenza di una passione che mi porto dentro da sempre, fin da quando andavo in moto con papà e ancora dovevo cominciare ad andare a scuola. Forse la potrei paragonare alle lunghe planate di traverso quando ci sono 25 nodi di maestrale all'Isola, in quelle giornate in cui il mare ha tante minuscole conche che riflettono il sole e ogni onda diventa un salto che sai quando comincia, ma chiudendo la vela non sai quando finisce..
Il titolo ha un motivo ben preciso: sabato sono andato "in viaggio con papà" fino a Orte (sempre Flaminia, sempre alto Lazio, ma in macchina) e ho fatto shopping. Sabato prossimo infatti vado in pista con il motoclub del mio vecchio, tutti in bmw quindi vado sul sicuro, e urgeva una nuova tuta di pelle+stivali coatti da pista (sono cresciuto da quando avevo sedici anni!!).
Risultato una tuta Spidi da panico (grigia e nera) con saponette a punta (per la pista) e stivali con saponette sulla punta esterna. Insomma una sorta di Robocop dei cordoli, ma non per scelta di stile: in pista si gira così, poi è colpa di "pseudo-stilisti racing" se ogni pistaiolo deve sembrare un incrocio tra Flash Gordon kitch e The Rocketeer.

"Il perché".
Giovedì scorso mentre dormivo beatamente oltre un orario umanamente concepibile (eravamo in piena seconda mattinata) mi ha squillato il telefono. Anni di pratica mi permettono di rispondere lucidamente e correttamente a un telequiz di Amadeus anche se qualche secondo prima ero in fase REM, senza lasciarlo intendere all'interlocutore -a parte la voce chiaramente un po' cavernosa, ma ci sto lavorando-.
All'altro capo del filo di onde elettromagnetiche c'era la mia università, questa volta in veste di datore di lavoro. Hanno necessità di un bravo creativo che gli metta sulla scrivania una pubblicità giovane e attraente da presentare ai diplomandi, tramite una rivista gratuita distribuita nei licei. Praticamente un'occasione da prendere al volo, la chiave del mio futuro: ogni azienda pubblicitaria cerca un bravo creativo che sappia parlare ai giovani d'oggi, perché quelli che ci sono ora al massimo sanno proporre un bel paio di tette (rifatte) e culi da paura.
Con risultati decrescenti dovuti ad inevitabile assuefazione.
Il lavoro richiede una sessione fotografica (che costituisce il layout principale del mio lavoro) ovviamente per mano di Cristiano, e dei soggetti che devono firmare una liberatoria -la mia agenzia non è ancora abbastanza ricca da pagare un casting-.
Fatto sta che decine di colleghi (alla fine dovevano essere circa una trentina) hanno dato entusiasticamente la loro adesione. Per poi ritrovarmi con due amici -colleghi sì, ma amici perché ci sentiamo spesso- e gli altri "impegnati" in altre stronzate che oggettivamente potevano rinviare di quei dieci minuti necessari a fare quattro-cinque scatti.
Giovedì consegnerò il lavoro, non ci resta che sperare bene, lo slogan è molto emotivo ma non esagerato, il payoff funziona, e i responsabili della selezione (sono in gara con altre tre agenzie, vere però!) mi vogliono bene.
L'altro evento importante riguarda un festival a Bellaria dove verranno proiettati (dopo la fugace presenza televisiva) gli "IVD", la video-creatura che ho partorito qualche mese fa, ma che non vive senza il contributo di (sempre lui) Cristiano The Cube per "la fotografia". Devo fare tutto entro lunedì prossimo, un po' poco, ma ci sarà da divertirsi. Anche perché poi dal 14 al 16 parto a spese "della produzione" e farò PR a pieni polmoni.
Non devo dimenticare i project work dell'unversità. Il primo da consegnare (il 26) è per il CEI, e riguarda un progetto di comunicazione per i giovani e "8xmille", lavoro veloce -ma non troppo- che faccio in gruppo con due mie colleghe, molto ingamba tra l'altro.
Di paripasso c'è il project work Mazda e la musica, data 28 aprile, questo un po' più tosto perché siamo in 10 a lavorarci su, e la coordinazione tra di noi non è poi così immediata.. qui la vedo più dura presentare qualcosa di veramente valido (anche se sono difficilmente accontentabile), menomale che ho amici in Mazda che mi daranno una mano per dati di vendita e statistiche sui modelli..
Tendo a dimenticare qualcosa che c'è in mezzo: il mio compleanno! Ogni anno organizzo festoni alcolici in giro per locali trendy-chic, e ogni anno mi riduco all'ultimo ma con la certezza che "gli irriducibili", gli amici veri, non mancherebbero mai anche se li dovessi avvisare qualche ora prima.
Quest'anno ho già una mezza idea, tanto sono anni che i miei compleanni li fanno riuscire i miei amici e non il posto o le bocce di alcolici che ordino.

Li farò nuovamente tornare a casa a carponi.

Pensiamo a domani: lezione di spagnolo (prima o poi lo parlerò bene! E poi le spagnole!!), review delle fotografie, e in mezzo... Cassia fino a Viterbo e poi Tiberina+Flamina?
Spero di farcela entro giovedì...
 
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