Are you gonna be the one who saves me?
05 maggio, 2006
Space and Time
Una ninna nanna, una "lullaby" questa sera per me. Vorrei solo dormire, per una volta, senza pensare a nient'altro.
E invece è quasi un peccato scoprire così, di schianto, quanto questa gabbia dorata stia cominciando a diventare sempre più piccola. Come quando da bambini si cresce felici in quei "cesti" di rete pieni di giocattoli e, un bel giorno, decidiamo di arrampicarci per uscire.
Le prime volte si arriva in cima, si riesce per un attimo a non vedere più tutto a scacchi, ma poi si ricasca giù. Altre volte cel'hai quasi fatta, ma arrivano mamma e papà a rimetterti al posto tuo. Dimenticando che prima o poi da lì dovrai uscire, è solo questione di tempo.
Nel frattempo, tutto a scacchi. E una ninna nanna ti fa chiudere gli occhi.
Domani (cioè oggi) parto. Vado a Milano a cazzeggiare, a svagarmi un po', subito dopo la fine dei miei project work che sono capitombolati avanti di una settimana.
E rinuncio alla festa di una persona a cui -ma sì diciamolo- tengo. Una di quelle che ognitanto ci usciresti anche per fare due chiacchiere, che non le guardi subito le tette se ci scappa la scollatura (anche se meriterebbe) e che forse ti farebbe di nuovo vedere il mondo a colori.
Ma poi un po' per il destino, un po' per il carattere pericolosamente simile ed evasivo, continui a riprometterti almeno un aperitivo, e finisci a chiederti "che ci faccio ancora qui".
Dovrei svegliarmi. Come ho fatto queste mattine, che ho piazzato la sveglia e ho fatto mille cose in più rispetto al solito. Rinunciando però alla mia dose quotidiana di riflessioni, quelle che ti vengono solo di notte.
La notte è qualcosa che merita un paio di righe, magari non la scriverò ai livelli di Liga, ma sarebbe non dare il giusto contributo a chi mi accoglie e accompagna quotidianamente.
Penso che la notte abbia una vita propria. Sia un'entità a sè stante, che fa quello che deve fare anche se tutti dormono.
Di giorno si lavora, si suda, si corre, si becca il traffico. Ci si mette all'ombra quando fa troppo caldo, si corre contro il tempo per fare mille cose. I negozi, gli uffici postali, le nonnette al mercato. Tutto di giorno.
Di notte non c'è tutto questo intrattenimento. Il giorno lo facciamo noi, la notte no. È lei che fa noi.
Per alcuni la notte è sinonimo di sonno, e di sogni. E per tanti di notte, in sogno, si vivono esperienze migliori del giorno.
La notte è anche la rivincita degli altri sensi. Venuta meno la vista (non siamo come i felini che -si dice- vedono anche al buio) l'olfatto comincia a captare quegli odori, quell'umidità, le piante che senza sole producono "co2". Trasmettendo a volte un senso di subdola rarefazione.
E le orecchie, che sentono tutti quei rumori in lontananza, a volte animali, a volte aerei, a volte chissà cosa. Un mondo di favola si sveglia ogni notte, e finalmente il primato della vista (lo Zeus nell'olimpo dei sensi) viene meno lasciando spazio alle controparti meno autoritarie.
Sollevando quest'aura di bucolica vita urbana devo anche interpellare gli altri due sensi, meno poetici ma altrettanto utili: il tatto per non prendere tranvate mentre cerco il bagno, e le papille gustative per i mega panini che mi preparo a tutte le ore della notte!! Quelli valgono doppio!

Tornando alle cose serie, ho qui davanti la sessione d'esami. O meglio l'intricatissimo calendario degli appelli, che sgomitano tra una settimana e l'altra. Costringendo alle capriole l'agenda, e fomentando l'insofferenza verso il povero libraio che -improvvisamente- si trova orde di studenti prepotenti, pronti ad avere il suo scalpo se in un batter d'occhio non gli dà quel libro dell'esame.
Ancora cinque esami. Sono solo cinque, come le dita della mano. Come il Pentateuco, come il pentagono. Come i comandamenti islamici, come i cerchi delle olimpiadi.
Come le cinque giornate del quarantotto, come i punti del "contratto con gli italiani" che Berlusconi firmò cinque anni (e qualche giorno) fa.
Cioè oggi, il cinque maggio.

I just can't make it alone
Oh, no, no
There'll be no lullabies
There'll be no tears cried

We have existence and it's all we share
 
posted by Stefano at 01:06 | Permalink |


3 Comments:


  • At 09:50, Anonymous Anonimo

    "La notte è qualcosa che merita un paio di righe, magari non la scriverò ai livelli di Liga"

    lo spero, se mai mi fosse capitato di scrivere come ligabue mi sarei già piantato le balle sul fondo della sedia... con una sparachiodi.

     
  • At 10:27, Anonymous Anonimo

    Io sper se mai fosse... ok la consecutio temporum non è il forte stamattina chiedo venia.

     
  • At 16:43, Blogger Stefano

    E' pur vero che se io scrivo della notte e vado a Campo Pollo sono da solo.
    Btw mi sembri assiduo, ma non so chi sei. Quindi,
    chi sei?